
“Se il nostro pensiero si trova impantanato tra significati simbolici distorti, ragionamenti illogici e interpretazioni erronee, finiamo per diventare realmente ciechi e sordi.”
Aaron Beck
Colloquio psicologico e Codice Deontologico degli Psicologi Italiani.
Il Colloquio Psicologico è un dialogo.
Il Colloquio Psicologico avviene in uno spazio accogliente e protetto in cui è possibile esprimersi senza timore di giudizio o censura. Il professionista è tenuto al rispetto del segreto professionale; deve rispettare un obbligo normativo fondamentale descritto nel Codice Deontologico degli Psicologi Italiani ovvero l’impegno a non rivelare o diffondere le informazioni di cui viene a conoscenza.
Gli articoli 11, 12 e 13 del Codice Deontologico descrivono bene questo argomento.
Articolo 11
Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate, a meno che non ricorrano le ipotesi previste dagli articoli seguenti.
Articolo 12
Lo psicologo si astiene dal rendere testimonianza su fatti di cui è venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto professionale. Lo psicologo può derogare all’obbligo di mantenere il segreto professionale, anche in caso di testimonianza, esclusivamente in presenza di valido e dimostrabile consenso del destinatario della sua prestazione. Valuta, comunque, l’opportunità di fare uso di tale consenso, considerando preminente la tutela psicologica dello stesso.
Articolo 13
Nel caso di obbligo di referto o di obbligo di denuncia, lo psicologo limita allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso in ragione del proprio rapporto professionale, ai fini della tutela psicologica del soggetto. Negli altri casi, valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza, qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi.
Ogni psicologo fa riferimento al Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi (CNOP), è l’istituzione che rappresenta il professionista su piano nazionale ed europeo. Nel sito https://www.psy.it/ ci sono numerose informazioni utili per professionisti e non. Nello stesso sito è possibile consultare anche il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani https://www.psy.it/codice-deontologico-degli-psicologi-italiani.
Sulla base di queste variabili il colloquio si definisce come uno strumento per l’osservazione e lo studio del comportamento umano utile per raccogliere informazioni, informare e/o motivare con un fine di orientamento, diagnostico e terapeutico.
Nel primo colloquio psicologico vengono raccolti alcuni dati di tipo anagrafico, ad esempio, età, composizione del nucleo famigliare, lavoro, informazioni relative all’ambiente in cui si vive, etc. Le informazioni permettono al professionista di avere un quadro iniziale che sarà poi approfondito anche con la somministrazione di test carta/matita e/o standardizzati.
Il dialogo che si viene a creare permette di definire la situazione presentata, capire i modelli e le strategie utilizzate dalla persona e progettare le modalità di intervento.
Con queste premesse è possibile costruire un rapporto di fiducia reciproca, fare ordine e chiarezza.