Conosci l’etichetta “Mutismo Selettivo”? conoscere gli elementi chiave di questo disturbo significa poter aiutare in modo più competente il proprio figlio o il proprio studente.

Il Mutismo Selettivo fu evidenziato per la prima volta nel 1877 dal Dott. Kussmaul, il quale si riferiva a bambini normali che manifestavano mutismo in alcune situazioni. Egli denominò questa condizione “Asphasia voluntaria”, che significa assenza intenzionale di linguaggio. Più tardi, nel 1934, il Dott. Tramer descrisse numerosi casi analoghi e coniò il termine “Mutismo Elettivo” per definire i bambini che parlavano solo a determinate persone, amici intimi o membri della famiglia. Nel 1993, si riteneva che la parola “elettivo” implicasse la scelta intenzionale di non parlare con coloro che fossero al di fuori di una cerchia di persone più intime perciò, in un tempo successivo, il termine è stato cambiato in “Mutismo Selettivo”.

Di seguito dieci elementi chiave da conoscere quando parliamo di Mutismo Selettivo:

  1. Disturbo dell’ansia infantile; i bambini non riescono letteralmente a parlare in determinati ambienti, non per caparbietà ma per difficoltà nella gestione dell’emozione ansia.
  2. I bambini selettivamente muti sono al lato estremo dello spettro della timidezza, la loro ansia si esprime con la reazione fisica del non riuscire a parlare, quando l’attenzione è rivolta verso di loro anche il linguaggio corporale è impacciato (es. volto inespressivo).
  3. È una predisposizione genetica ma situazioni ambientali poco strutturate e particolarmente stressanti possono esacerbare l’ansia.
  4. Il 95% dei bimbi con MS risponde ai criteri diagnostici della fobia sociale: i bambini si sentono proprio come se fossero esposti su un palcoscenico ogni minuto del giorno.
  5. La scuola è il luogo più difficile in cui stare per i bambini selettivamente muti.
  6. Fondamentale è fare tutto il possibile per realizzare un clima di accoglienza e accettazione.
  7. Un piano d’istruzione individualizzato sarebbe utile per far progredire al meglio il bambino.
  8. Le insegnanti dovrebbero conoscere il bambino prima dell’inizio dell’anno scolastico, esempio visitare il bambino nella sua casa o in un luogo in cui si sente a suo agio.
  9. Rivolgere “poca” attenzione verso il bambino con queste difficoltà, in quanto l’ultima cosa che lui vuole è attirare l’attenzione su di sé.
  10. Fare pressione, corrompere, costringere un bambino con MS per farlo parlare è controproducente.

Il tema, descritto in modo sintetico in questo articolo, richiede un approfondimento ulteriore, per domande non esitare a contattarci!”

Mutismo selettivo nei bambini: conoscerlo per aiutare! Conoscere le caratteristiche di questo disturbo significa poter aiutare al meglio i propri figli e i propri studenti. Se sei un insegnante o un genitore puoi trovare utile questo consiglio bibliografico: “Comprendere il mutismo selettivo. Guida per genitori, insegnanti e terapeuti” di Elisa Shipon-Blum.

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